Eccoci alla quarta e ultima puntata relativa alle cose da sapere assolutamente per ricorrere al prestito in modo consapevole.
Iniziamo con il dire che, anche questa volta, il focus è sull’attivo dello stato patrimoniale. Sull’attivo direte? Ma non stavamo parlando di debito? Ebbene sì, anche la regola che analizziamo oggi è strettamente legata all’attivo patrimoniale della società.
Nei precedenti approfondimenti (per i quali riportiamo i link), abbiamo analizzato il massimo debito che un imprenditore può permettersi in termini di ammontare e di flusso di cassa assorbito e la durata che esso dovrebbe avere. Oggi cerchiamo invece di rispondere a una delle prime domande che vengono in mente quando si parla di debito:
Quale tipo di debito scelgo? E quindi qual è il debito giusto? Regola del Quality matching
Come ben immaginate, la scelta non è semplice; le opzioni sono molteplici (leasing, mutuo, ricorso al fintech…) e le variabili da considerare sono diverse.
Le domande da porsi:
Le principali domande che un imprenditore deve porsi sono sostanzialmente due:
- Quale forma tecnica di debito scegliere?
- A quali clausole contrattuali sarà necessario sottostare (c.d. covenants)?
Per dare risposta a entrambi i quesiti è opportuno comprendere com’è composto l’attivo patrimoniale in quanto è la qualità dell’attivo che deve governare le decisioni.
Ma che significa qualità dell’attivo? Significa interrogarsi sulle sue caratteristiche: qual è la sua composizione, quali sono i suoi punti di forza, quale e quanta redditività l’attivo sarà in grado di generare e come questo attivo viene utilizzato.
Gli aspetti da considerare:
I principali aspetti che meritano di essere analizzati potrebbero ad esempio essere i seguenti:
- Le immobilizzazioni: l’attivo è rigido o elastico? Sono presenti molti immobili? A seconda delle risposte si potrebbe ragionare in questo caso sulla convenienza di un leasing piuttosto che di un mutuo.
- Il magazzino: com’è composto? Vi sono situazioni di acquisto di grandi lotti per cui è necessaria un’elevata liquidità immediatamente disponibile? Si potrebbe in questo caso strutturare correttamente le posizioni di debito a breve termine, ragionando anche sul fintech, che è tuttavia un’opzione più costosa rispetto alle soluzioni tradizionali. Per decidere è necessario considerare la redditività che il magazzino produce ed essa dipende dalla sua qualità.
L’importanza dell’attivo e della sua qualità non coinvolgono solo gli ambiti che condizionano la forma tecnica del debito, ma sono fondamentali anche per la determinazione dei c.d. covenants.
I covenants:
I covenants sono delle clausole spesso inserite nei contratti di finanziamento, che mirano a tutelare il finanziatore monitorando l’andamento del patrimonio aziendale, le cui performances vengono misurate, a questo fine, con degli indicatori che devono mantenersi in linea con le indicazioni dei contratti stessi. Un covenant spesso utilizzato monitora la posizione finanziaria netta (PFN) e l’EBITDA. E da cosa dipende la PFN? Ma dall’attivo patrimoniale ovviamente!
Ecco concluse tutte e quattro le regole per ricorrere al “debito buono”, ma se non vi sentite ancora del tutto pronti e consapevoli, o volete approfondire questi argomenti, non esitate a contattarci! Anche con una consulenza online!