Passaggio Generazionale: stai tutelando il tuo patrimonio?
Dopo aver compreso l’importanza di pianificare la propria finanza (vai all’articolo), analizziamo oggi un altro tipo di pianificazione. Quella patrimoniale, che ci permette di introdurre l’argomento centrale dei nostri approfondimenti. Il passaggio generazionale.
Tanto quanto la pianificazione finanziaria, anche la pianificazione patrimoniale è importante, anzi fondamentale. Anche in questo caso spesso le imprese affrontano il problema troppo tardi o stentano a farlo. Questo rischia di compromettere seriamente il passaggio generazionale vanificando tutto il lavoro fatto in vita. E rischiando di lasciare tutto allo Stato o al Fisco.
Come avviene il passaggio generazionale?
La successione ereditaria può essere di due tipi: legittima o testamentaria. La successione legittima è quella, potremmo definire “automatica”, prevista dalla legge nel caso in cui non venga presa alcuna decisione in relazione al patrimonio che si lascia agli eredi. Viceversa quella testamentaria è, appunto quella che prevede, la redazione di un testamento, che può essere olografo (scritto di proprio pugno) o realizzato con atto pubblico (redatto dal notaio) oppure segreto.
Perché il testamento è molto utile per pianificare il passaggio generazionale?
Il testamento può essere uno strumento utile per favorire il passaggio generazionale. Chi lo redige (il cosiddetto testatore) può esprimere in modo puntuale e preciso la propria volontà in merito alla sua eredità.
Questo vuol dire decidere liberamente come disporre del proprio patrimonio?
No! Il testatore deve comunque sottostare a dei vincoli. Il primo fra questi, é la così detta quota di legittima, ossia la quota parte di patrimonio che spetta inderogabilmente, per legge, ai legittimari, (ossia il coniuge, i figli e i genitori). Per pianificare, quindi un passaggio generazionale consapevole, è necessario pertanto aver ben presente come si calcola la quota di legittima per non dover poi incorrere in azioni legali (la c.d. azione di riduzione) da parte dei legittimari a cui non è stata garantita la quota di loro spettanza prevista dalla legge. Da menzionare anche il problema delle “donazioni” fatte in vita, che vanno analizzate con grande attenzione.
Oltre a tale quota, il testatore può prevedere come eredi anche soggetti terzi, al di fuori del nucleo familiare e può decidere liberamente come distribuire la propria eredità.
Quali sono gli altri vincoli a cui deve sottostare il testatore?
Come abbiamo detto, il testamento può essere considerato uno strumento molto utile. Ma il testatore, oltre alla quota di legittima, deve rispettare una serie di vincoli. Vediamoli insieme:
- 1.La ricchezza che il testatore intende distribuire tra gli eredi deve già essere presente nell’attivo patrimoniale (denaro compreso).
- 2.E’ previsto un divieto di stabilire i così detti patti successori, ossia gli atti o i contratti realizzati in vita per stabilire come e a chi verrà elargita l’eredità
- 3.Non si possono apporre condizioni nel testamento; ciò significa che non può essere prevista la concessione di una parte di eredità solo al realizzarsi di una determinata condizione in capo a un soggetto (come ad esempio: “Potrai ereditare solo se sposerai tizio/caio”).
- 4.Non è possibile attribuire un peso all’erede, ossia un onere, per far sì che lui goda dell’eredità (come ad esempio “Puoi ereditare la casa solo se ti prendi cura del mio cane…”).
- 5.Non può essere previsto l’usufrutto continuativo (ciò infatti entrerebbe in contrasto con la definizione stessa di usufrutto, che non può eccedere la vita dell’usufruttuario).
Insomma, ci sono molti paletti da superare per redigere un testamento. Che resta, in ogni caso, uno degli strumenti più efficaci per pianificare al meglio il passaggio generazionale. Ma, con l’aiuto di un consulente, è possibile prevedere e organizzare le azioni da mettere in campo, che permetteranno all’azienda e al patrimonio di perdurare nel tempo alle condizioni desiderate.
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