Andamento economico
Fin dai primi mesi del 2020, quella che poi si è rivelata una pandemia a livello globale, ha messo in ginocchio numerosissime imprese. Gli effetti negativi del Covid-19, per l’economia, si sono manifestati fin da subito anche a causa delle chiusure delle attività imposte dal Governo.
Ma vediamo un po’ di dati per renderci sì meglio conto della situazione, ma anche per capire quanto è importante implementare una strategia che io definirei di sopravvivenza.
Il primo ambito in cui si notano i devastanti effetti del Covid, è sicuramente il PIL del nostro paese. Le previsioni fatte a inizio 2020 si sono pressoché avverate; secondo gli ultimi dati ISTAT infatti, il paese ha visto un calo del PIL pari all’8,3% rispetto allo scorso anno.
Considerando invece gli aspetti legati strettamente alla produzione delle imprese, il Covid ha avuto delle pesanti ripercussioni soprattutto su due ambiti: fatturato e liquidità.
Fatturato
Quasi la totalità delle imprese, ben il 68,4%, ha dichiarato, secondo dati ISTAT, di aver subito un calo del fatturato nel 2020. Se si considera il fatturato a livello nazionale, secondo dati della Cgia (Confederazione generale italiana degli artigiani di Mestre), si è registrato un calo di circa 42 milioni di euro, ossia una riduzione pari al 13,5% rispetto allo scorso anno.
I contraccolpi più duri li hanno dovuti subire le PMI, che hanno registrato cali del fatturato intorno al 10-11%.
Dato preoccupante è inoltre quello delle imprese (il 32,4%) che hanno dichiarato, sempre in base ai dati ISTAT, di trovarsi in una situazione caratterizzata da rischi operativi e di sostenibilità dell’attività. Sono infine ben 17 mila imprese che sostengono invece di dover chiudere la loro attività.
La riduzione del fatturato ha comportato anche un calo dei costi operativi, ma non sufficiente a compensare il minor fatturato; ciò andrà ad impattare negativamente sulla redditività lorda, che avrà un calo stimato pari al 19% rispetto allo scorso anno.
Liquidità
Ovvia conseguenza del calo del fatturato è la riduzione della liquidità a disposizione delle imprese, che ha colpito ben il 51,5% di queste ultime. Le soluzioni a cui le società hanno fatto maggior ricorso sono state: il ricorso al credito bancario (il 43% delle imprese), il ricorso gli strumenti di moratoria dei debiti (15% delle imprese) e la modifica delle condizioni e dei termini dei pagamenti nei confronti dei fornitori (25% delle imprese).
La problematica della continuità aziendale
Alla luce di quanto sopra detto, per il legislatore è stato fin da subito chiaro il problema della redazione dei bilanci 2020 in base al presupposto della continuità aziendale (art.2423-bis del Codice Civile e OIC 11).
Con il Decreto Rilancio (DL 34/2020 art.38-quater), che ha rivisto il precedente provvedimento ossia il DL 23/2020, è stata infatti introdotta la deroga a tale principio di valutazione per i bilanci 2019. I bilanci chiusi e non approvati al 23/02/2020, non avrebbero dovuto tenere conto delle incertezze e degli effetti derivanti dai fatti successivi alla chiusura dell’esercizio.
Bilanci 2020
Nella predisposizione dei bilanci in corso al 31/12/2020, la valutazione delle voci e della continuità aziendale, può avvenire sulla base delle risultanze dell’ultimo bilancio chiuso entro il 23/02/2020. Questo significa che la base per effettuare una valutazione delle voci e della continuità, è il bilancio dell’esercizio precedente. Di conseguenza, se il bilancio 2019 è stato redatto in base al presupposto della continuità, anche il bilancio 2020 erediterà tale presupposto.
La deroga può essere applicata se la società ha effettuato le valutazioni nel bilancio dell’esercizio precedente sulla base della continuità aziendale o se ha fatto ricorso alle deroghe previste dal Decreto Liquidità (DL 8 aprile 2020 art.7) o dal Decreto Rilancio. È stato infatti proprio il Decreto Liquidità a introdurre la possibilità di sterilizzare gli effetti del Covid sui bilanci chiusi entro il 23 febbraio 2020. La norma infatti prevede la possibilità, per i bilanci chiusi entro il 23 febbraio 2020 e in corso al 31 dicembre 2020, di valutare le voci nella prospettiva della continuità aziendale, se la stessa risultava nell’ultimo bilancio chiuso prima del 23 febbraio 2020.
Nel caso in cui la società valuti le voci sulla base delle risultanze del bilancio precedente, dovrà fornirne apposita informativa nella Nota integrativa e nella Relazione sulla gestione, richiamando le risultanze del bilancio precedente.
Il focus per le imprese: cosa fare adesso?
Dopo quasi un anno di pandemia, le conseguenze negative del Covid-19 per le imprese ci sono fin troppo chiare. L’obiettivo quindi ora è quello di cercare di capire su quali variabili puntare per tenere monitorata la situazione e per riprendersi al meglio.
La risposta a tale quesito va sicuramente cercata nell’attività previsionale. È questo infatti il focus principale che le imprese devono avere e il punto su cui orientare tutti i loro sforzi, anche se la questione sarà sicuramente complessa.
Al via quindi l’ormai necessario nuovo modo di fare impresa, caratterizzato da:
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budget a breve e a medio termine
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analisi dei flussi di cassa con attenzione alla sostenibilità dei livelli di indebitamento
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ottimizzazione degli investimenti
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monitoraggio continuo di costi e profitti
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costante controllo dei processi aziendali per evidenziare eventuali inefficienze.
Come sopra detto la questione sarà complessa, soprattutto per le piccole e medie imprese, che un tempo si vedevano lontane dal dover effettuare un puntuale controllo di gestione e/o un processo a regime di pianificazione e budgeting.
È proprio per ottenere questi obiettivi che noi siamo al tuo fianco: contattaci per informazioni o per una consulenza online.
Aggiornato al 22/02/2021